Non ci eravamo ancora espressi su questa riforma, ma la ritenevamo necessaria come l’aria, in quanto va a riconoscere un diritto fondamentale, la cui mancanza fu tra l’altro condannata dal tribunale europeo per i diritti umani. Purtroppo è una legge mutilata nel nome quanto nei contenuti e con piccole distinzioni interne che hanno il tanfo della discriminazione. Noi avremmo voluto il riconoscimento di diritti paritari con le coppie eterosessuali, come il matrimonio e le adozioni.
Ci troviamo, invece, con una legge che potrebbe risalire a vent’anni fa, pur sempre giovane rispetto alle argomentazioni contrarie alla sua approvazione, che paiono invece risalire agli albori del XX secolo. Inoltre tutto il dibattito che è avvenuto a febbraio, ha dato luogo a una odiosa prostituzione intellettuale da parte di gruppi politici quali Lega Nord, Fratelli d’Italia e Ncd, che tra Pirelloni illuminati e dichiarazioni da inquisizione spagnola, hanno cercato di raccogliere più voti possibili tra le file dell’arretratezza culturale.
Abbiamo già parlato del malanno mortale del Movimento 5 Stelle, ma questo ne è un altro calzante esempio, un goffo gioco delle tre carte per passare da alleato del PD e sostenitore nonché coautore della legge, ad oppositore della stessa, al grido di morte alla vecchia politica corrotta.
Insomma un gran polverone per una questione, alla fine, su cui c’è poco da dibattere. Nella fatica con cui si riconoscono diritti basilari si coglie la scarsità di benevolenza, quanto è palese la prepotenza con cui si vogliono imporre le proprie idee e credenze agli altri. Ognuno ha la sua morale e ognuno deve vivere secondo essa, solo così si può accedere al sentiero per la serenità. Compreso questo, rimane poco da disquisire. Magari argomenti quali adozione o altri collegati meno direttamente, come l’utero in affitto, richiedono ulteriori analisi, in quanto questioni più complesse e delicate. Ma sono anche problemi nei quali si fatica a trovare una verità assoluta, problemi che vanno affrontati mettendo la felicità e la volontà delle persone coinvolte al primo posto, problemi che quindi andrebbero risolti caso per caso.
Posti uguali tutti gli uomini, affidare un bambino a una persona piuttosto che a un’altra non cambia, ogni ulteriore affermazione porterebbe a una discriminazione; per noi, dunque, il diritto a crescere dei figli dovrebbe essere concesso a qualsiasi persona in grado di farlo. Purtroppo siamo ancora lontani da questo riconoscimento o da altri più evoluti, ma almeno qualcosa si è mosso e ancora una volta preferiamo questo pragmatico qualcosa, rispetto a un perfetto nulla.
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