Nonostante l’altissima percentuale di voti favorevoli all’abrogazione della legge in esame, il quorum non è stato raggiunto. Questo può essere considerato come una parziale vittoria per i sostenitori del NO, perché ha di fatto decretato la validità della legge.
Ma il vero risultato che emerge è un altro.
Il malsano tentativo di strumentalizzare un potente mezzo democratico è stato totalmente respinto dall’astensione degli italiani, decretando un fallimento per i promotori e un enorme spreco di risorse economiche e politiche.
Siamo speranzosi che si tragga insegnamento da questo. Il potere popolare è molto forte, ma va usato con saggezza e gli va attribuita la giusta importanza e dignità.
Ai già disaffezioanti elettori italiani, invece, è stato proposto un argomento di poco valore, nella speranza che facesse da trampolino per altri scopi.
Il fallimento del referendum abrogativo non significa un ritorno ai combustibili fossili, ma permetterà di continuare lo sfruttamento integrato delle fonti energetiche presenti sul nostro territorio.
La nostra opinione rimane coerente, un paese più sostenibile deve essere la prima priorità, non solo in ambito energetico.
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